Rovigo e il primo Novecento

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Cenni sul periodo storico  dal Regno d’Italia (1866) alla caduta del Fascismo(1945)

Da fine Ottocento, molti italiani emigrarono all'estero, dal Veneto si trasferirono in Argentina, in Uruguay e in Brasile. La Prima guerra Mondiale per l'Italia iniziò nel 1915, a fianco delle potenze dell'Intesa, per sottrarre agli austro-ungarici la Venezia Giulia, Trieste, Gorizia, l'Istria e Fiume.  

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I territori del nord rimasero in mano austriaca sino al 1918, fino alla vittoria nella battaglia di Vittorio Veneto( l'armistizio venne firmato a Villa Giusti, presso Padova).In Italia, dopo la Prima Guerra Mondiale, crebbe il Partito Fascista. Guidati da Benito Mussolini, che aveva lasciato il Partito Socialista, i fascisti presero il potere dopo la Marcia su Roma nel 1922. Mussolini si macchiò del delitto di Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine e suo oppositore, e promulgò le Leggi Razziali contro gli ebrei, dopo la deleteria alleanza con il regime di Hitler. L'alleanza con Hitler portò l'Italia in guerra con gli Stati Uniti e con la Russia. Il 29 aprile 1945 il Veneto venne infine liberato dal nazi-fascismo.

 

Cenni sugli interventi urbanistici del primo Novecento

Due interventi dei primi anni del Novecento hanno cambiato l'immagine della città di Rovigo in modo significativo e sono:

Il tombinamento del fiume Adigetto, divenuto oggi Corso del Popolo e la demolizione del Ghetto ebraico, il cui vuoto urbano oggi è diventato una piazza, dedicata alla senatrice rodigina Lina Merlin.

 

Tombinamento  del fiume Adigetto

Il fiume Adigetto attraversava il centro della città di Rovigo. La sua presenza ha costituito l’incipit della futura trama urbana. Il Piano Regolatore del 1931-32 lo ritiene una fonte di disturbo dal punto di vista igienico-sanitario e d’impedimento alla realizzazione di una città moderna e ne decreta il tombinamento per trasformarlo in un’arteria stradale. E’ solo nel 1942  che si comincia a considerare il centro storico come un’area omogenea, quindi insieme ai  palazzi nobiliari, alle torri, chiese, conventi, viene presa in considerazione, anche, tutta quella edilizia minore che ne costituisce il tessuto connettivo.

 

Demolizione del Ghetto ebraico

Il Ghetto era una zona di Venezia dove si trovavano  le fonderie, il grande “getto” di metallo che fuoriusciva con la colata e che in veneziano si pronuncia “ghèto” aveva dato il nome al quartiere che in seguito ospitò la comunità ebraica.

Il Ghetto di Rovigo era situato vicino a Porta  S. Bartolomeo e fu costruito per confinare e segregare gli ebrei così da salvaguardare i cristiani dalla contaminazione della loro religione.

Questo perchè la Bolla di Paolo IV “Cum nimis absurdum” del 1555,aveva decretato l’isolamento degli ebrei nei ghetti, con divieto di possedere immobili e assumere servi cristiani e con l’obbligo di portare un segno distintivo. Nel 1627 venne deliberato che gli ebrei a Rovigo abitassero nel Ghetto, unica eccezione era concessa ai banchieri e alle loro famiglie.  Le famiglie che vi abitavano continuarono ad esercitare il loro commercio, nelle botteghe poste sotto i portici di via Cavour.

Gli ebrei  del Ghetto non potevano uscire dopo le 22 e non potevano introdurre altri ebrei. La custodia di tale luogo era affidata a due guardiani, uno ebreo e uno cristiano posti all’ingresso. Nel 700 il divieto di esercitare molti mestieri e la crisi del commercio determinarono una situazione di grave difficoltà così da spingere molti di loro ad emigrare o a convertirsi alla religione cattolica. Il Ghetto era ormai diventato dimora di famiglie indigenti che vivevano in una situazione igienico sanitaria precaria. tra il 1928 e il 1930, tutti i fabbricati costituenti il Ghetto vennero demoliti. successivamente la comunità venne aggregata a quella di Padova.